È partita dal 14 luglio l’abolizione dello split payment per i professionisti come previsto dal Decreto Dignità (D.L. n. 87/2018) – “L’articolo 11 prevede l’abolizione dello split payment per le prestazioni di servizi rese alle PA i cui compensi sono assoggettati a ritenute alla fonte a titolo di imposta o a titolo di acconto ai sensi dell’articolo 25 del DPR 600/1973.”
Introdotto dalla legge n. 190/2014 e modificato dalla manovra del governo Gentiloni, lo split payment era stato previsto per ostacolare e ridurre l’evasione fiscale e le frodi Iva.
Il Cambiamento interessa i professionisti che operano con la Pubblica Amministrazione, enti pubblici, società inserite in FTSE MIB della Borsa italiana, società controllate dalla Presidenza dei Ministri e dai Ministeri.
La norma si applica alle operazioni per le quali la fattura è stata emessa dopo il 14 luglio 2018.
Il motivo di questo trattamento differenziato sullo split payment si era imposto al fine di salvaguardare una categoria che già subisce un prelievo alla fonte con una ritenuta Irpef al 20%.
La novità, accolta in maniera positiva dai soggetti coinvolti, comporta l’omissione della dizione “scissione dei pagamenti” in fattura e il cliente, al momento del pagamento, deve trattenere la ritenuta e versare al professionista l’Iva relativa.