Dopo tanti incontri, appuntamenti, confronti e tavole rotonde, si è chiusa il 50mo Congresso Nazionale del Notariato a Milano. Un’edizione che ha chiamato a raccolta un vasto numero di notai, dipendenti e stakeholder dei diversi studi notarili italiani, riunitisi per discutere del tema “Il valore economico della sicurezza giuridica: quale diritto per lo sviluppo?”, ma non solo. Il congresso è stato utile anche per fare il punto della situazione sulla professione notarile. Di questo ha parlato il presidente del Consiglio Nazionale del Notariato, Maurizio D’Errico.
“Il cambiamento più importante, che poi si è trasformato in una vera e propria sfida, è stato il grande ingresso della tecnologia nella nostra professione e questo ha portato a una modifica delle procedure, con un netto incremento sia degli standard qualitativi sia dei livelli di sicurezza delle prestazioni a livello giuridico.” – ha affermato il massimo rappresentante della categoria notarile – “Il Notariato ha la possibilità e le infrastrutture per continuare a crescere e per questo dobbiamo continuare a lavorare anche con il governo. Non esiste, infatti, una professione che garantisca il livello di terzietà più dei notai e che, allo stesso tempo, sia sottoposta a così alti livelli di controllo. Non c’è categoria, infatti, i cui atti siano sottoposti uno per uno al controllo di una autorità superiore come il ministero della giustizia” (da Italia Oggi, ndr). A margine del suo intervento davanti alla platea meneghina, D’Errico ha inoltre aggiunto che “nella circolazione dei beni e dei diritti serve un sistema di qualità assoluta, sia tra privati che tra imprese. La firma a distanza, cioè digitale, è un passo fondamentale per coniugare il liberismo alla certezza dei traffici” (da Il Sole 24 ore, ndr). Una chiara attestazione di fiducia e apprezzamento per la tecnologia rivolta al potenziamento dell’operosità del servizio notarile.